sabato 19 marzo 2011

Pensieri contorti?

L'affermazione più spaventosa proveniente da una donna che un uomo sembra temere in modo sconsiderato è: prova a pensare a quello che fai e che dici.
Mi spiego. A me capita spesso di buttare là questa frase ogni volta che bisticcio con gli uomini con cui sono stata, con cui sono uscita e con i quali ho vissuto. Credo che in questa richiesta si consumi la maggiore distanza misurabile tra un uomo e una donna.
Il centro della questione è la parola pensiero.
Per una donna il pensare, quando è in rapporto ad un uomo, significa mettere in fila fatti, idee, parole, quelli che sono stati detti e quelli che sono stati solo accennati, andando alla ricerca di connessioni e indizi. Come una novella Pollicina, mollichina dopo mollichina, una donna cerca di penetrare gli sguardi e le impressioni che magari sono rimasti velati, perchè, lo sappiamo, parlare con un uomo significa interpretare, secondo noi, tutto quello che magari avrebbe voluto dirci ma non è riuscito a dire; tutto quello che avrebbe voluto fare ma che all'ultimo minuto non ha fatto. Lo so, state pensando che è proprio così, che è verissimo: bastava solo che qualcuna di noi lo dicesse.
Per un uomo, invece, pensare significa eleborare una sola idea in relazione all'oggetto della discussione e saltare tutti i possibili passaggi intermedi che per noi donne sopno così fondamentali.
Capita quindi che sia proprio la stessa idea di pensiero a cozzare fortemente tra uomini e donne e tutte le parole del mondo non sarebbero sufficienti ad arrivare ad una mediazione ragionata.
.....ma per fortuna la nostra pazienza è infinitesimanente maggiore rispetto alla loro e così, armate di buone intenzioni e di sconfinata tolleranza, proviamo a far capire ad un uomo che non siamo noi quelle contorte, nevrotiche e incomprensibili, ma loro quelli che si sforzano poco.
Alla prossima ^_^

venerdì 11 marzo 2011

L'idea insonne

L'idea di questo blog l'ho avuta stanotte. Mi rigiravo nel letto, poco sonno, tanti pensieri e l'improvvisa idea.
Pensavo a me, a molte persone che conosco e realizzavo che avere più o meno trent'anni comporta forse l'abbandono di molti sogni. Chi è nato tra il '75 e l'85 e vive in Italia ha un sacco di problemi: sociali, economici, lavorativi e una montagna di questioni sentimentali. Che sia uomo o donna sembra che la realizzazione sentimentale si sia fermata al pre 1974. Forse neanche chi è nato prima del 1975 è veramente appagato, ma almeno ha un'identità: matrimonio, figli, lavoro più o meno stabile, cinema, pizza fuori, amante forse e tante belle cose.
Invece noi "più o meno trenta" viviamo perennemente nel limbo dell'indecisione: è giusto sposarsi? forse si, ma anche forse no. E se non fosse quello giusto? e se lo fosse invece? Ce la faccio ad avere un figlio? e quanto tempo mi rimarrà per la mia vita?  e se alla fine non ne fossi all'altezza? e migliaia di domande di questo tipo...anzi peggio.
Ecco, questo blog nasce per raccogliere domande: quelle che sento intorno a me, quelle che mi faccio e quelle che mi fanno.
E nasce anche per descrivere con leggerezza noi "più o meno trenta" che girovaghiamo per il web, per le strade delle città, nei posti di lavoro, cercando negli sguardi di altri "più o meno trenta" non dico la comprensione, ma almeno l'umana solidarietà di chi sta sulla porta ad aspettare.