lunedì 22 agosto 2011

No, non ci capiamo proprio. O forse sì?

No, non ci capiamo proprio. Bisognerebbe ammettere una volta per tutte, dandolo come acquisito, il principio dell'incomunicabilità tra i sessi. Ecco, farne una legge della fisica.
Potremmo dire che il principio della incomunicabilità tra i sessi è come il principio zero della termodinamica: se i corpi A e B sono entrambi in equilibrio termico con un terzo corpo C, allora lo sono anche fra loro. Basta sostiuire A con DONNA, B con UOMO e C....con PAROLE. Spesso sono le parole a tenerci distanti, c'è chi le usa troppo e chi mai. Basterebbe cercare l'equilibrio A-B-C per superare l'incapacità di capirsi e raggiungere un equilibrio termico, di calore umano. 
Quando poi si cresce, diventa ancora più difficile: le idee di ciascuno sono forti, sono un modo per affermarsi nel mondo, sono la propria identità, costruita nel tempo e cedere anche di un solo passo sembra quasi rinunciare a se stessi.
Basterebbe, forse, semplicemente saltare gli altri due per raggiungere subito il terzo principio dei rapporti affettivi: non è possibile raggiungere lo zero assoluto tramite un numero finito di operazioni (ovvero di trasformazioni termodinamiche), che, detto tra noi, potrebbe essere letto così: non è possibile raggiungere l'equlibrio di coppia tramite un numero finito di operazioni, ce ne vogliono molte di più, ahinoi!
Alla prossima, amiche!

sabato 19 marzo 2011

Pensieri contorti?

L'affermazione più spaventosa proveniente da una donna che un uomo sembra temere in modo sconsiderato è: prova a pensare a quello che fai e che dici.
Mi spiego. A me capita spesso di buttare là questa frase ogni volta che bisticcio con gli uomini con cui sono stata, con cui sono uscita e con i quali ho vissuto. Credo che in questa richiesta si consumi la maggiore distanza misurabile tra un uomo e una donna.
Il centro della questione è la parola pensiero.
Per una donna il pensare, quando è in rapporto ad un uomo, significa mettere in fila fatti, idee, parole, quelli che sono stati detti e quelli che sono stati solo accennati, andando alla ricerca di connessioni e indizi. Come una novella Pollicina, mollichina dopo mollichina, una donna cerca di penetrare gli sguardi e le impressioni che magari sono rimasti velati, perchè, lo sappiamo, parlare con un uomo significa interpretare, secondo noi, tutto quello che magari avrebbe voluto dirci ma non è riuscito a dire; tutto quello che avrebbe voluto fare ma che all'ultimo minuto non ha fatto. Lo so, state pensando che è proprio così, che è verissimo: bastava solo che qualcuna di noi lo dicesse.
Per un uomo, invece, pensare significa eleborare una sola idea in relazione all'oggetto della discussione e saltare tutti i possibili passaggi intermedi che per noi donne sopno così fondamentali.
Capita quindi che sia proprio la stessa idea di pensiero a cozzare fortemente tra uomini e donne e tutte le parole del mondo non sarebbero sufficienti ad arrivare ad una mediazione ragionata.
.....ma per fortuna la nostra pazienza è infinitesimanente maggiore rispetto alla loro e così, armate di buone intenzioni e di sconfinata tolleranza, proviamo a far capire ad un uomo che non siamo noi quelle contorte, nevrotiche e incomprensibili, ma loro quelli che si sforzano poco.
Alla prossima ^_^

venerdì 11 marzo 2011

L'idea insonne

L'idea di questo blog l'ho avuta stanotte. Mi rigiravo nel letto, poco sonno, tanti pensieri e l'improvvisa idea.
Pensavo a me, a molte persone che conosco e realizzavo che avere più o meno trent'anni comporta forse l'abbandono di molti sogni. Chi è nato tra il '75 e l'85 e vive in Italia ha un sacco di problemi: sociali, economici, lavorativi e una montagna di questioni sentimentali. Che sia uomo o donna sembra che la realizzazione sentimentale si sia fermata al pre 1974. Forse neanche chi è nato prima del 1975 è veramente appagato, ma almeno ha un'identità: matrimonio, figli, lavoro più o meno stabile, cinema, pizza fuori, amante forse e tante belle cose.
Invece noi "più o meno trenta" viviamo perennemente nel limbo dell'indecisione: è giusto sposarsi? forse si, ma anche forse no. E se non fosse quello giusto? e se lo fosse invece? Ce la faccio ad avere un figlio? e quanto tempo mi rimarrà per la mia vita?  e se alla fine non ne fossi all'altezza? e migliaia di domande di questo tipo...anzi peggio.
Ecco, questo blog nasce per raccogliere domande: quelle che sento intorno a me, quelle che mi faccio e quelle che mi fanno.
E nasce anche per descrivere con leggerezza noi "più o meno trenta" che girovaghiamo per il web, per le strade delle città, nei posti di lavoro, cercando negli sguardi di altri "più o meno trenta" non dico la comprensione, ma almeno l'umana solidarietà di chi sta sulla porta ad aspettare.